Rigenerare l'Avana
A. Massarente
G. Scandurra
(a cura di)
L’Avana è sempre stata una città in movimento, non solo dal punto di vista politico, sociale e culturale, ma anche per quanto è leggibile nella sua forma urbana e nella sua architettura. Nel 2014, grazie a un bando dell’Ateneo ferrarese, un gruppo di ricerca interdisciplinare, composto da architetti e urbanisti, antropologi e sociologi urbani, ha promosso una riflessione sulle pratiche di rigenerazione e conservazione del patrimonio urbano che ha coinvolto anche docenti e ricercatori cubani. L’Avana costituisce un testo di urbanistica applicata ricco di influssi generati dalla cultura europea e nordamericana: un intreccio che spazia dalla maglia ortogonale delle manzanas di fondazione di origine rinascimentale, al patio di matrice islamica usato dagli spagnoli per le abitazioni, ai modelli urbani post-hausmanniani, all’introduzione del grattacielo di provenienza nordamericana. Questo straordinario patrimonio di architettura visibile anche nel disegno del suolo urbano versa oggi in uno stato di degrado e abbandono, aggravato dal rischio idraulico dovuto al cambiamento climatico, e dalle conseguenze ormai visibili di una politica turistica che può trasformare questo straordinario testo di urbanistica in una sorta di Disneyland caraibica. Nel libro sono delineate strategie e linee guida per un programma di rigenerazione di una parte della città, il Vedado, non inclusa nel perimetro del sito Unesco, che mostrano come i concetti di “riabilitazione”, “rigenerazione”, “resilienza”, “conservazione del patrimonio”, a seconda dei contesti storico-geografici e degli sguardi disciplinari che li permeano, subiscano interessanti scostamenti di significato.