Si starà a vedere
Elena Salvini Pierallini
Si starà a vedere
Parole sui passi
MANUELA MANCIOPPI (artista performativa), Intervista con 39 domande a ESP
FIORELLA NICOSIA (registrar presso Fondazione Palazzo Strozzi), Primo contatto tra Elena e Manuela
LARA-VINCA MASINI (storica dell’Arte Contemporanea)
GIOVANNA GIUSTI (già Direttrice Dipartimento Arte Contemporanea agli Uffizi), Passopasso da Bilbao a Valencia pensando a ESP
MARILENA MOSCO (già Direttrice Museo degli Argenti), Elena Salvini Pierallini: ESPlorare la natura…
GIANNI CAVERNI (critico d’Arte, giornalista e artista), La signora della polvere (che non c’è)
Il libro è stato concepito in seguito a incontri in cui all’Artista si ponevano domande sul rapporto con il guardare e l’esprimere le sue reazioni. Lo stupore che fin da piccola sorgeva nella sua mente nel tempo si è espresso attraverso modalità varie. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti, nel suo praticare Musei e mostre di Arte, al Palazzo Reale di Milano fece il suo primo incontro diretto con l’arte astratta e decise che mai avrebbe percorso una strada simile, rivolgendo piuttosto la sua attenzione al Medioevo e ai cicli legati al volgere delle stagioni, una ricerca continuata per anni con soddisfazione, da cui sono scaturite opere che hanno trovato un grande apprezzamento. Dal 1995 la sua attenzione è rivolta esclusivamente alla Natura. Il libro è il racconto in prima persona dell’Artista del suo percorso, nella convinzione che – non avendo mai accettato proposte che riguardassero la sua attività per il timore di perdere aspetti della propria libertà – se non ne avesse chiarito i fondamenti, tante informazioni sarebbero andate perdute. Ed è stato anche occasione e soddisfazione per poter ringraziare persone che in molte occasioni hanno appoggiato le sue scelte.
«Elena Salvini Pierallini sta realizzando un nuovo libro? Ne ha realizzati di già tanti, da quelli basati sull’uso del filo, a quello sulle donne afgane (Quel fagotto sono anch’io), ai tanti “Libri in piedi”: libri, libri assieme ai suoi tanti lavori, sempre estremamente impegnati, che hanno segnato lo scorrere continuo della sua vita nell’arte, dagli splendidi ricami ispirati alla iconografia medievale riguardante la terra e il rapporto dell’uomo con il cambio delle stagioni. […] Ma questo che sta realizzando ora non è “un libro”; direi che è “il libro” della sua vita, del suo essere artista ma contemporaneamente moglie, madre di due splendide figlie, ora bravissime e affermate professioniste, anch’esse a loro volta mogli e madri; il libro del suo amore per la natura tutta, in ogni suo particolare, dall’amore per gli animali a quello della terra, delle piante, fino a quello di quel genere di natura che fa parte della vita quotidiana, dalla bellezza di un albero a quella di una foglia caduta, di un sasso, che Elena incontra nelle sue lunghe passeggiate, fino a quella che sta sui tavoli della cucina, la cipolla ad esempio, dalle mille sottilissime membrane che l’avvolgono fino al cuore segreto… È inoltre, questo, il libro delle sue fotografie, solo in minima parte di quelle che lei e Pierangelo scattano, quasi in gara, durante i viaggi e la continua frequentazione di boschi, spiagge, colli sconnessi e pietrosi… Insomma questo libro è il suo ritratto, in tutto e per tutto; la sua memoria, il segno delle sue fatiche, delle sue passioni, delle sue vittorie, della sua esperienza, dei suoi rapporti d’amore e d’amicizia. Non credo si possa desiderare di più… Penso che meriti un ringraziamento da tutti, anche per il futuro. Per Elena con il mio affetto e la mia stima.» (Lara-Vinca Masini)
«[…] Bisogna andare a casa di ESP per capire la sua arte, per penetrare nei meandri della testa di questa ape regina che lavora senza fine nell’alveare composto da una rete infinita di segni, di simboli, di fili che si intrecciano lungo percorsi fitti di ricordi, oggetti insignificanti per chi non sa soffermarsi a comprenderne la intima essenza. “L’essenziale è invisibile agli occhi” scriveva Saint-Exupéry e a casa di ESP ci si rende conto che solo lei riesce a cogliere l’essenziale che a noi sfugge. Ha cominciato con il ricamo affondando il suo ago nell’organza, come la spada nella roccia, una roccia delicata e trasparente, avvolta nell’aura di un Medioevo studiato sui libri, sugli affreschi, sui capitelli romanici e nei “Libri d’Ore”; se nel ricamo ESP toccava i temi centrati sull’uomo e le sue attività archetipiche legate al ritmo del tempo e delle stagioni e al profondo nesso tra Uomo e Natura, con la fotografia alla quale si è dedicata dagli anni Novanta, ha scelto la Natura come suo prediletto obiettivo usando come mezzo espressivo l’occhio della macchina da presa in sintonia col trascorrere del tempo e l’allargarsi degli orizzonti artistici. […] Elena si è distinta per la scoperta di un altro tessuto originale, un tappeto di foglie che nella loro fragilità e molteplicità di forme e colori hanno stimolato la sua attenzione. Prima un collage di foglie sul fondo cartaceo con l’attenzione a non attentare alla loro fragile vita, poi uno scatto per fissare la luce che ne valorizza le nuances, le nervature, i sottili gambi che le rendono palpitanti alla luce del sole. Tanti sono i “Libri in piedi”, da lei ideati per farli leggere da destra a sinistra al pubblico distratto: Fili e Foglie, Sete, leggere trame, Alberi Nubi, tutti caratterizzati dai fili che a detta dell’autrice “non sono che i pensieri, le memorie che si presentano e sprofondano, attraggono lo sguardo e lo guidano su e giù, come quando la luce sembra una linea retta che viene da una finestra semichiusa”.» (Marilena Mosco)
« […] Praticamente tutto il lavoro di Elena Salvini Pierallini è continuamente in divenire, niente è davvero finito: se a partire dai cubisti l’arte si è voluta misurare in vari modi con la dimensione del tempo la signora della polvere (che non c’è) ha trovato una sua originalissima formula per affrontare l’argomento. Le foto, le foglie, le carte, le stoffe ed il filo che sono serviti per realizzare i suoi “Libri in piedi”, per esempio, vengono a loro volta rifotografati per ritornare così in un attimo ad essere a loro volta materiali da usare per realizzare insieme a molte altre cose altre nuove opere, magari dei nuovi “Libri in piedi” e partecipare nei fatti e non solo nella metafora allo scandire della vita e al succedersi delle generazioni.» (Gianni Caverni)
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