Il rapporto fra l’Artefice e la sua Opera sta ai confini dell’ineffabile, là dove visione e realtà, desiderio e attesa, stupore e riconoscimento si fondono nel più intimo e recondito sentire, creando meravigliosi e talvolta struggenti legami di appartenenza. «A quell’intreccio di sentimenti, che lui intese come presenza, volle dare un nome: “Ella” nome e anche pronome di antiche usanze. La chiamò così per il mistero che avvolge la natura del femminile, per cui provava sentimenti di attrazione e affettuoso rispetto». Storia segreta di un architetto e della sua casa.