
Abbecedario dell’infedele
Roberto Vincenzo Iossa
La città, nel suo insieme di spazi e forme costruite, è in grado di narrarci diffusamente la sua storia, mostrandoci, nel concreto della sua materia segnata dal passaggio attraverso il tempo, le tracce delle proprie vicende; attraverso l’osservazione delle sue forme, nell’insieme e nei particolari, è possibile riconoscerla, comprenderla ed impossessarsene, trasformandola, mediante la condivisione allargata, in patrimonio culturale collettivo […]
Siamo profondamente convinti che il successivo e fondamentale passaggio d’approfondimento, cui dovremmo, tutti indistintamente, tendere, sia rappresentato dalla capacità di riconoscimento del genius loci, che presiede alla città storica nel suo insieme, ma che pure è presente in ogni altro singolo luogo storico e della memoria in essa sedimentatosi […]
Potremmo anche dire che la capacità di riconoscere quel genius loci è requisito fondamentale del buon conservatore e del restauratore, che, se privo di tale dote, non sarà mai capace di lasciarsi guidare dai luoghi storici per restituirli assecondandoli, ma piuttosto finirà, nel migliore dei casi, con l’impoverirli, o peggio con il prevaricarli, soverchiarli e forse stravolgerli.