
Sfide e temi nuova edizione
Angela D'Agostino
Climate responsive envelopes
Adaptive resilient envelopes
Variable properties envelopes
Le nuove frontiere dell’involucro architettonico, nella sperimentazione contemporanea e nei futuri sviluppi delle nostre città, lo vedono sempre più protagonista e strategico per operare la ormai imprescindibile esigenza di adattività, flessibilità, selettività e polivalenza, richiesta ad architetture che non potranno che essere sempre più climaticamente sensibili, ambientalmente reattive, variabili nelle proprietà, dinamiche nelle prestazioni, adattive nelle configurazioni, resilienti nei comportamenti. Per questo i tre libri che articolano il presente cofanetto affrontano i temi di frontiera dei ‘Climate Responsive Envelopes’, dei ‘Variables Properties Envelopes’ e degli ‘Adaptive Resilient Envelopes’. Secondo tale visione l’involucro degli edifici deve essere in grado di mutare i suoi caratteri e le sue performance, di adattarsi al cambiare delle diverse condizioni climatico-ambientali nel corso della giornata, nel corso dell’anno, finanche nel corso della vita dell’organismo edilizio e dell’uomo che lo abita; e di interagire ogni volta in modo diverso con la luce, il calore, il suono, il vento, i fenomeni meteorici e gli agenti atmosferici nel loro complesso. L’involucro diventa così lo strumento fondamentale per mettere in atto le difficili e complesse operazioni di selezione, interazione, filtro tra i fattori macroambientali esterni e quelli microambientali interni, necessarie per mantenere in equilibrio le condizioni di ottimalità per lo stato climatico generale dell’edificio, e allo stesso tempo per garantire il più alto grado di comfort ambientale, il più basso livello di fabbisogno energetico, il più elevato grado di efficacia ecologica, la più alta capacità di adattamento e mitigazione climatici, conseguibili da parte di quella determinata architettura da esso confinata. Di più, il suo essere oggetto chiamato direttamente in causa nel confronto dialettico artificio/ambiente, lo configura come il “luogo”, fisico e metaforico, deputato ad assumere un ruolo insostituibile di mediazione architettonica e costruttiva spaziale (tra il ‘dentro’ e il ‘fuori’) e temporale (tra il ‘prima’ e il ‘dopo’). E allo stesso tempo lo indica come la componente progettuale su cui sempre più fortemente graverà il peso degli effetti di tale mediazione, sia nella loro accezione ‘creativa’ di parametri geometrici e architettonici, d’insieme e di dettaglio; sia nel loro influsso sui caratteri socio-ambientali e psico-culturali degli spazi di contesto.