Architettura degli allestimenti
(a cura di)
L’idea del libro è quella di pervenire ad elementi critici di riflessione sul progetto e sulla qualità della città a partire dal filo che lega la scelta di un materiale da costruzione con le opere che possono essere realizzate con tale materiale. Si è scelto l’acciaio, perché presenta specificità tali da potere incidere sulla trasformazione della scena urbana in maniera determinante. La trama su cui è intessuto il tema è Torino. Nel capoluogo piemontese si possono infatti vedere opere con struttura metallica di rilevante interesse e si può fare esperienza diretta di strategie di progetto sulla città particolarmente illuminanti, che possono svilupparsi anche grazie alla realizzazione di tali opere. Nello specifico, alcuni degli ultimi interventi tengono conto di esigenze di sostenibilità, non solo perché risparmiano energia, come gli impianti del Museo Egizio o le serre della Torre Intesa Sanpaolo o il fotovoltaico della Nuova Stazione AV, ma anche perché stanno cambiando il volto della città e il rapporto delle persone con determinate infrastrutture (nuove relazioni tra quartieri rese possibili dalla Nuova Stazione AV), servizi (crescita culturale al Museo Egizio o al nuovo Museo Nazionale dell’Automobile), modi di vivere nello spazio urbano. Nel percorso seguito dal libro si ragiona su possibili contraddizioni che si incontrano operando scelte progettuali a diverse scale: a partire dalla scelta dei materiali da costruzione – specificatamente per l’acciaio, che richiede un alto consumo energetico per essere prodotto, ma permette di ridurre i tempi di costruzione, di realizzare cantieri con minore impatto all’interno del tessuto urbano consolidato, ed è riciclabile –, fino a scontrarsi con nodi difficili da sciogliere relativamente a scelte architettoniche e urbane.